top of page

L'Antica Arte di sapersi offendere


Ieri mi è capitata una cosa che non sono assolutamente in grado di processare.


Sentire di non essere in grado di processare un'informazione è una di quelle cose che mi disorientano profondamente. Mi capita a volte con la finanza o con la politica ma in questa occasione è stato differente.


Passavo per un gruppo Facebook che frequento di tanto in tanto, uno di quei posti nati per discutere di emancipazione, parità di diritti ed esperienze personali in merito. Ci sbircio di tanto in tanto proprio perché mi fornisce spunti nuovi e punti di vista che non conoscevo, permettendomi così di capire qualcosa che altrimenti potrei fare fatica a comprendere. Forse è una riflessione banale ma non credo che un uomo bianco ed etero possa facilmente comprendere il punto di vista e il livello di frustrazione in cui possono trovarsi persone discriminate sulla base del sesso, delle preferenze sessuali o della razza. Leggendo, però, posso almeno intuire.


Ed ecco cosa è successo. Una terapista ha lasciato un commento estreamente aggressivo in merito al genere maschile (il tema era quello delicatissimo della pornografia) e un maschio ha semplicemente messo una faccina che ride. Ora, una faccina che ride può avere tantissimi significati, uno è senza dubbio quello di schernire l'interlocutore e sono assolutamente certo che questo fosse l'intento. L'uomo non aveva apprezzato la generalizzazione indebita e l'atteggiamento violento e ha quindi reagito in modo non verbale.


Ora, le emoticons sono estremamente convenienti perché "compatte", ma non veicolano molta informazione. Rispondere con un'emoticon è anche un modo per disarmare la bomba, non prendere in considerazione il testo, lasciare la cosa morire lì.


La terapeuta ha però reagito con decisione, accusandolo di stare facendo violenza contro il genere femminile, di star offendendo l'intera categoria. Con quell'emoticon.


Badate bene, non solo per lei, ma per lei in quanto simbolo di tutto il genere femminile.


La cosa mi ha pietrificato.


Si tratta di una terapeuta con laurea e studio quindi mi aspetto conosca la questione meglio di me. Si può davvero essere violenti con un emoticon? Si può davvero offendere un'intera categoria semplicemente tentando di ridicolizzare una presa di posizione aggressiva?


Ho cercato di approfondire, aggiungendo a mia volta una emoticon sorridente e scrivendo che lo facevo per solidarietà.


Mi è stato risposto che stavo facendo ancellismo, più una serie di diagnosi sui miei problemi mentali che, francamente, anche pensandoci sopra una notte non mi sembra di avere. Ho risposto maleducatamente, mettendo in dubbio la sua competenza e la sua capacità di diagnosi. Questa volta non come esperimento ma perché non prendo mai bene critiche così pesanti, ho reagito con rabbia. A ripensarci a freddo mi spiace averle risposto così perché in qualche modo ci deve essere un pezzo del puzzle che non ho colto io.



La discussione mi ha quindi lasciato con un enorme senso di vuoto, che vorrei mi aiutaste a colmare. Esiste la possibilità che anche una professionista sia così intossicata dalla sua crociata da aggredire verbalmente ogni uomo che le risponda? O sono forse io che non ho capito quanto terribile sia davvero la nostra (mia?) colpa del maschilismo di questa società e quanto incida anche nelle piccolissime cose?



Sono tornato su quel gruppo oggi e la stessa terapista si lamentava di come è stata aggredita in quel precedente post. Evidentemente anche da me, quando ho perso la pazienza. Ho avuto l'impressione di non aver capito il suo dolore, il percorso che l'ha portata a diventare quello che è oggi, il motivo per cui tiene orgogliosamente il gonfalone in mano. Un po' mi ha fatto pena perché dal mio punto di vista di logico odioso scienziato (e di assolutamente non competente) è una persona rotta, così consumata dalla rabbia da diventare rabbia ella stessa.


La mia teoria (da ignorante) era fino a ieri che l'unico modo per superare odio e discriminazione è lavorare in modo inclusivo, non divisivo, perché se si brucia tutto poi restano soltanto le ceneri.


Però non processo. Non processo perché per me è chiaro e lineare, ma evidentemente mi sfugge tra le dita come la sabbia. Ho bisogno che voi mi aiutate a capire perché voglio essere una persona migliore.






Ah, siccome è quasi Natale è la vostra ultima occasione dell'anno per sostenere le me attività comprando i miei libri. Li trovate tutti e 4 cliccando l'immagine qui sotto, che è la copertina in tiratura limitata de "Il Petauro Quantico" che ho regalato agli amici di Bufale Un Tanto Al Chilo. Cliccando sulle varie copertine vi rimanda alla pagina Amazon.





Featured Posts
Recent Posts
Archive
Search By Tags
Follow Us
  • Facebook Basic Square
  • Twitter Basic Square
  • Google+ Basic Square
bottom of page