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Burioni o Barabba?


Ieri ho condiviso questo screenshot su alcune pagine di discussione, con allegato un commento sagace (idiota) come mi piace fare di solito. Le risposte però sono state davvero molto diverse da quelle che mi aspettavo: si sono letteralmente formate due fazioni, una che sosteneva che il curriculum fosse gravamente insufficiente per il ruolo ricoperto, l'altra che sosteneva invece Gallina fosse pienamente qualificata.


Il fatto è che io mi sento assolutamente inadatto a giudicare il Curriculum Vitae di Sandra Gallina. Non solo, non credo saprei indicare quale sia un curriculum adatto per rivestire quel ruolo, non conosco i parametri di riferimento e non ho nemmeno l'esatta concezione di quale sia il ruolo. E badate bene, lo stesso vale per Burioni, in materia non ne sa più di me e lo fa capire da subito con il tono e il contenuto del suo messaggio.


Mi ha stupito vedere quante persone invece si ritengano esperte a sufficienza da entrare nel merito del Curriculum: centinaia solo nelle poche pagine che ho seguito e in una manciata di ore. Sembra che l'italiano medio sia per sua natura un ottimo selezionatore, anche se (a quanto pare) la maggior parte delle selezioni in Italia sono fatte male.


Quindi qual è il problema?


Il problema è la violenza. Sbattere un volto e un nome di fronte a centinaia di migliaia di persone, approfittando della propria autorità (social) per ergersi a giudice e giuria. Ma non solo: un altro problema è che in queste centiana di migliaia di persone ci sono anche numerosi fanatici che cercano solo un capro espiatorio per la propria miseria umana. Gente cattiva, aggressiva, arrabbiata. In poche parole: Burioni ha dato un volto e un nome su cui sfogarsi a una enorme schiera di bulli digitali.


Un volto e un nome che fino al giorno prima erano praticamente sconosciuti su internet (certo, sui giornali è apparsa, ma con toni decisamente diversi), non una persona che si è volontariamente esposta al pubblico. Un funzionario a cui è stato assegnato un ruolo, non un professionista che volontariamente decide di esporsi sui social network. C'è una notevole differenza tra questi due atteggiamenti e ritengo che si possa calcare un po' più la mano con chi decide di esporsi volontariamente, ma chiariamolo bene qui: il bullismo è un atteggiamento intellettualmente sterile.


E qui arriviamo ad un altro problema: SE Gallina fosse una persona non qualificata per questo compito, sarebbe davvero principalmente colpa sua? Meriterebbe davvero la pubblica gogna? Non sarebbe piuttosto la responsabilità di un governo incapace di formare i propri funzionari e metterli nelle giuste posizioni? E lo ripeto, SE davvero non fosse qualificata, cosa che non posso e non voglio giudicare. Però c'è anche da dire che sembrerebbe un tantinino ipocrita parlare di competenze quando abbiamo una classe di rappresentanti politici che sembrano scelti per essere diametralmente opposti al ruolo che rivestono.


E c'è anche un altro problema. Se pensate che Sandra Gallina si sia svegliata una mattina, abbia preso l'aereo e sia andata a negoziare qualcosa di cui è priva di competenze, avete un'idea piuttosto Holliwoodiana di come funzionino le cose nel mondo. Una negoziazione è frutto di lavoro di squadra e richiede contributi da molte aree differenti. C'è quindi un team al lavoro, la cui efficacia dipende anche da quanto tempo ha avuto a disposizione per prepararsi e quanto è stato finanziato per farlo.


Questa non è assolutamente una difesa di Sandra Gallina, è una richiesta metodologica (scientifica, a suo modo): se ci sono stati degli errori, che vengano valutati in modo oggettivo da persone qualificate in materia, non dalla giuria di Facebook. Perché sappiamo tutti la storia di Maximilien de Robespierre, a suon di tagliar teste a furor di popolo si finisce per perdere la propria.


Poi lasciatemi dire una cosa: siate sempre scettici (in modo costruttivo) su che trovate su internet, perché potreste scoprire che le fonti di cui vi fidate sono poco obiettive. Quando durante il 2020 un altro genere di formalmente poco competente a livello di Curriculum Vitae, un anestetista, appariva in televisione a dare messaggi fuorivanti su mutazioni, scomparsa e morte clinica di virus, Burioni (da esperto in materia) si è guardato bene dallo smentirlo.


Forti coi deboli e deboli coi forti?


No, semplice condizione umana. Siamo tutti affetti da bias di vario tipo. L'essere una figura pubblica (social o non social che sia) ci mette nella condizione di influenzare la vita delle persone, ma non ci rende persone migliori. Burioni ha fatto (e fa) tanto a livello di divulgazione in materia di medicina, ma rimane una figura controversa e polarizzatrice. E riconoscerne i limiti oltre che i pregi è fondamentale per non cadere più nel grande errore di comunicazione (soprattutto scientifica) del 2020: pensare che l'opinione di UN esperto* sia una manifestazione divina del consenso in materia.






* dove l'esperto a volte è addirittura sedicente. Ma lasciamo stare che esula dall'argomento.

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